lunedì 25 maggio 2009

Il serpentone dell'amore

Sembravamo uccelli esotici chiusi in gabbia, sabato pomeriggio al Gay Pride di Bucarest. Le transenne delimitavano uno dei boulevard principali della capitale, quello che da Piazza Unirii porta a Piazza della Costituzione, mentre tutt'intorno al corteo poliziotti in assetto antisommossa, che sicuramente erano più dei manifestanti, assicuravano l'incolumità dei partecipanti. Ogni anno dal 2005, infatti, da quando a Bucarest si è svolto il primo Gay Pride, gruppi di neofascisti minacciano lo svolgimento della manifestazione. Nel 2007 un gruppo di attivisti è stato picchiato in metropolitana alla fine del corteo.

Addirittura due le contromanifestazioni, una venerdì sera, per il matrimonio e contro le coppie di fatto; l'altra sabato mattina, organizzata dal gruppo “Noua dreapta”, apertamente neofascista. Fortunatamente pochi i partecipanti.

Il tema della marcia di quest'anno son state le unioni civili, che anche in Romania sembrano un miraggio. Anzi, stando a una notizia di una decina di giorni fa pubblicata su numerosi siti di informazione omosessuale, il Parlamento sta per approvare una legge che le vieterebbe. Simbolicamente, sabato nessuno dei politici locali è venuto a dar sostegno alla comunità lgbt.

C'erano però gli ambasciatori britannico, svedese e olandese (ci ho parlato, persona semplice e squisita), oltre a un parlamentare europeo francese e a un deputato inglese, ma nessun italiano. Visto il clima politico che si aggira per la penisola, non c'è da stupirsi.

Prima del Pride, nella sede di Accept, l'associazione per la difesa dei diritti dei gay che ha organizzato l'evento e il festival di cultura omosessuale che l'ha preceduto, l'atmosfera era festosa ma tesa. In Romania, e soprattutto nelle città minori, fare outing, dichiarare il proprio orientamento di genere, è una pratica che ancora in pochi si sentono di rischiare. L'omofobia è diffusissima, a tutti i livelli e le età, anche più che in Italia. E la chiesa locale gioca un forte ruolo in questo tentativo disperato di frenare un fiume che scorre sotterraneo ma sempre più impetuoso.

Le relazioni omosessuali sono più diffuse di quanto si pensi. Parlando con gli studenti, scopri un mondo che non ti aspetti, un universo aperto alla scoperta di una sessualità meno convenzionale. Ma appunto, è un fiume sotterraneo e nascosto, che stenta a venire allo scoperto, e tanti membri della comunità gay non hanno partecipato al Pride per paura di essere riconosciuti tra la piccola folla.

Eravamo tutti giovani e govanissimi. Pochi, non più di qualche centinaio, tra cui tanti stranieri e un folto gruppo di fotografi e giornalisti, più le ragazze che i ragazzi.

La manifestazione, nostante il percorso militarizzato, è stata gioiosa e colorata, con le stesse esternazioni di giubilo ed euforia che si possono notare nelle nostre strade in simili circostanze. Transessuali, gay e lesbiche han dato vita a una festa a cielo aperto, con musica balli vestiti sgargianti fischietti palloncini e fiori. Un'enorme bandiera arcobaleno, come un serpente metropolitano, si è fatta strada nel breve percorso. Se pensiamo che le relazioni omosessuali sono state depenalizzate solo nel 2002, il Gay Pride è stato un successo.

Arrivati davanti al Palazzo del Parlmento, quello famoso fatto costruire da Ceauşescu, in una piazza di asfalto arsa dal sole, mi è sembrato di essere in un deserto di democrazia, una distesa arida in cui i diritti stentano a sbocciare. Sembra assurdo che nell'Europa del terzo millennio ci siano luoghi in cui non siano riconosciute le unioni tra persone dello stesso sesso. Il passo che anche da noi sembra difficile afferrare, è che i diritti civili rappresentano una conquista di libertà per tutti. Fortunatamente le resistenze non potranno frenare una società che non aspetta permessi scritti per mutare le forme del suo amore.

1 commento:

  1. Ieri sera, un mio caro amico mi ha presentato sua cugina e la fidanzata di sua cugina.

    Lui, ateo convinto, ed io cristiano "azzeccato" siamo molto amici, parliamo di tutto ed è davvero stimolante intavolare insieme argomenti da punti di vista diametralmente opposti. Pensava forse di mettermi in difficoltà, ieri sera.

    Beh, non sapeva forse che io sono diventato cristiano grazie ad un ateo, comunista, omosessuale: Pier Paolo Pasolini. Il suo "Vangelo Secondo Matteo" è stata ed è la mia vocazione quotidiana. Amo Pier Paolo. E' un mio maestro di vita. Il suo amore incondizionato per la libertà di parola, pensiero e amore mi ha spiegato, lungo il viaggio tormentato della sua vita, la lacerante distanza fra Cristo e la Chiesa.

    Ucciso come Gesù, calpestato come Gesù, i suoi vestiti intrisi di sangue sono un sudario da ostensione. Lui pietra scartata dal costruttore è divenuta testata d'angolo. Almeno per me. Lo è di certo per Dio.

    Se avessi avuto un altro "catechista" probabilmente non avrei colto la fulminante coerenza che si cela dietro la strenua difesa della libertà cui Cristo ci chiama... è la difesa della libertà propria e altrui il gesto di Amore più grande nei confronti di sé e degli altri.

    Ieri sera abbiamo parlato molto di come loro vivano il loro amore agli occhi degli altri, dei loro familiari, dei loro amici. E di come loro vivano il fardello che la Chiesa si ostina a caricare sulle loro spalle... ebbene la risposta è stata tormentata, sofferta. Con dolore mi hanno parlato di come persino i comboniani (l'ordine più solidale che io conosca) con cui loro hanno vissuto esperienze a Nairobi siano stati duri con loro dando prova di una strenua difesa delle tesi papali.

    Poi però mi sono convinto che molti di loro così facendo in realtà difendono i finanziamenti vaticani alle loro missioni... è una questione di responsabilità nei confronti delle persone servite dalle missioni e dalla microeconomia che talvolta esse avviano.

    Più doloroso ovviamente è stato il racconto delle reazioni familiari. Tutto il tuo contesto interiore costruito con i genitori si frantuma in modo insensato, all'improvviso, dinanzi alla mistificazione anzi contraffazione del messaggio più bello che un uomo abbia mai portato sulla terra.

    Vi abbraccio tutti.
    pd'

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